Ansia nei bambini Quando dobbiamo preoccuparci

ansia nei bambini

Andrea è un bambino di 10 anni che , con il passaggio alla scuola media, ha iniziato a sperimentare un po’ di ansia soprattutto prima delle interrogazioni. Il cuore gli batte più veloce, non riesce a stare fermo, gli sudano le mani e respira con un po’ di affanno. Quando viene chiamato dall’insegnante diventa più rosso del solito, inizia a parlare con la voce tremolante e si esprime con di difficoltà. Man mano che continua a parlare, la voce diventa più ferma, si sente meno agitato e, dopo qualche minuto, se ha studiato abbastanza, si sente più sicuro e a suo agio. L’ansia di Andrea è quasi fisiologica, ha solo bisogno di acquisire maggiore sicurezza e la sua reazione emotiva è legata soprattutto alla novità della scuola media e alla presenza di nuovi insegnanti.
Valentina è una sua compagna di classe, stessa età e stessa esperienza nella scuola elementare. Anche lei presenta sintomi d’ansia ma più intensi. In previsione di un’interrogazione non riesce a dormire bene la notte precedente, la mattina non vorrebbe andare a scuola, piange, supplica la mamma di non andare, se fa colazione ha conati di vomito e non riesce a calmarsi neanche quando arriva a scuola e i compagni cercano di calmarla. Durante l’interrogazione ha mal di pancia, chiede di andare in bagno, e non riesce a concentrarsi sulle risposte nonostante abbia studiato. Il suo profitto scolastico sta peggiorando e le stesse reazioni si ripresentano anche nelle interrogazioni successive. Valentina ha bisogno di un aiuto clinico, l’ansia compromette non solo il suo rendimento ma influisce negativamente sul suo adattamento scolastico.
L’ansia è molto diffusa nei bambini e negli adolescenti e, come abbiamo visto nei due esempi precedenti, si manifesta con uno stato di timore o di apprensione verso l’esito o le conseguenze di situazioni ritenute sfavorevoli o negative. Ciò che contraddistingue una semplice preoccupazione dall’ansia patologica è soprattutto il livello, l’intensità e la persistenza delle reazioni. Un livello minimo di apprensione, come il caso di Andrea, costituisce un semplice adattamento del bambino alla situazione da affrontare, ma se sono presenti una sopravvalutazione del pericolo e reazioni eccessive, come in Valentina, che si prolungano nel tempo, con una certa frequenza e insolite per lo stadio di sviluppo, si può parlare di condizione disfunzionale e quindi patologica.
Si preferisce, inoltre, parlare di paura quando la situazione è oggettivamente pericolosa e la minaccia è imminente, mentre si parla, di ansia se la risposta emotiva è legata a una minaccia futura.


Il DSM 5 (Manuale diagnostico statico dell’American Psychiatric Association) distingue diverse forme di disturbi d’ansia in età evolutiva:

l’Ansia da separazione

si manifesta in modo eccessivo e non adeguato allo stadio di sviluppo, quando la mamma o un componente della famiglia, a cui il bambino manifesta attaccamento, si allontanano. L’ansia è eccessiva anche quando il bambino deve andare a scuola, deve andare nella sua stanza o rimanere a dormire fuori casa. E’ un bambino che segue costantemente la mamma, diventa la sua “ombra”, si preoccupa eccessivamente che i genitori possano avere un incidente, un evento dannoso, una malattia o che possano non tornare a casa.

 

il Mutismo selettivo

è presente in quei bambini che ,di fronte ad individui adulti spesso persone estranee alla famiglia, o altri bambini, non rispondono o utilizzano un linguaggio non verbale come gesti o suoni inarticolati. Pur avendo normali abilità linguistiche, si rifiutano di parlare a scuola e talvolta anche davanti a parenti o amici stretti. Il disturbo è legato all’ansia sociale, eccessiva timidezza, può presentare scoppi di collera e clinging (aggrappamento).

 

la Fobia specifica

è una paura sproporzionata verso un oggetto (siringhe, ferite), un animale, una situazione (temporali, rumori forti, buio, andare dal medico) che viene espressa soprattutto con l’evitamento o attraverso pianto, collera e freezing ( immobilizzazione). Questa paura compromette la vita sociale e scolastica del bambino, è prolungata nel tempo ed eccessiva per la sua età.

 

la Fobia sociale

è un disturbo in cui il bambino manifesta eccessiva timidezza ed interagisce solo con persone che conosce bene e con cui ha maggiore confidenza. Il piccolo si isola facilmente e manifesta notevole ansia e imbarazzo se costretto ad interagire con persone o coetanei che non conosce, piange, si aggrappa, si ritira e non parla.

 

Il Disturbo d’ansia generalizzato

nei bambini si manifesta con eccessiva tensione e uno di questi sintomi: irrequietezza, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, facile affaticamento, difficoltà ad addormentarsi o ad avere un sonno tranquillo. La preoccupazione di voler far bene, di essere puntuale, di aver sbagliato qualcosa, potrebbero far pensare ad un bambino “maturo”, ma quel perfezionismo può invece nascondere un’incapacità del bambino e gestire la propria ansia e la propria inadeguatezza.

 

In tutte queste forme di ansia, le tecniche di rilassamento specifiche per bambini possono essere particolarmente utili ed efficaci soprattutto se utilizzate insieme ai genitori che imparano così anche loro a gestire la propria ansia, ad infondere calma rassicurante ai figli e a collaborare all’esecuzione degli esercizi.

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