Andare in pensione significa iniziare una nuova fase della propria vita. Dopo un certo numero di anni di attività lavorativa si aspetta la pensione con ansia, si contano i mesi, i giorni, immaginandola come un momento di liberazione da orari, doveri, compiti, relazioni conflittuali, competizioni, concorrenza…. Si fanno scioperi e proteste (giustamente!) perché l’età pensionabile è stata spostata in avanti, e la si sogna come un traguardo da raggiungere pieno di speranze.
Ad altre persone la pensione fa paura perché quando arriva il momento è proprio un voltare pagina. Da un giorno all’altro, il luogo di lavoro dove hai trascorso tanti anni della tua vita non ti appartiene più, l’ufficio, i cassetti, gli oggetti, la divisa, non sono più tuoi. E i colleghi, con i quali hai condiviso esperienze, punti di vista, fatiche e progetti ti considerano un estraneo. I rapporti si affievoliscono, gli incontri e le telefonate diradano. Non sei più uno di loro.
Si perde un titolo, un ruolo, un’identità. E più si era legati a quel lavoro, più ci si è identificati con quell’incarico e più il distacco può essere doloroso. E’ una perdita, un lutto, un mondo che si abbandona. E più le relazioni in quell’ambito erano profonde e più se ne avverte il distacco.
La perdita di ruolo e delle relazioni possono trasformarsi in poco tempo in senso di inutilità, abbassamento dell’autostima, mancanza di energie necessarie per affrontare la giornata, stanchezza , aumento del livello di ansia, facile irritabilità, mancanza di fiducia in se stessi, sensazione di tristezza e apatia che si trasforma in cattivo umore e scivola giorno dopo giorno nella depressione.
Andare in pensione è un momento di passaggio, si chiude una parte della vita e si apre una nuova fase ma non meno bella né meno interessante.
Anzi, andare in pensione, significa dare spazio a tutte quelle esigenze profonde, risorse, desideri che sono rimasti soffocati o non pienamente espressi negli anni dell’attività lavorativa, in altre parole dare spazio alla creatività perché con l’avanzare dell’età la creatività non si esaurisce, ma si carica di una nuova libertà interiore che le permette di esprimersi in pienezza.
Basti pensare alla Montalcini o a Galileo, a Picasso o a Monet, artisti, scienziati o scrittori che hanno continuato a lavorare e a produrre opere immortali anche in età avanzata.
Non esiste un limite alla crescita personale per nessuno di noi!
A Pablo Casals, noto violoncellista di fama internazionale, ormai novantacinquenne, un giornalista, durante un’intervista, gli chiese come mai continuasse ad esercitarsi ancora sei ore al giorno con il suo strumento. Il maestro rispose:” Sento di poter ancora migliorare e imparare qualcosa di nuovo.”
E’ quindi possibile parlare non solo di operosità ma di vera e propria creatività. Col passare degli anni il cervello che si nutre soprattutto di stimoli, continua a lavorare, magari con qualche difficoltà nell’immagazzinamento di informazioni e quindi nella memoria soprattutto a breve termine, ma senza subire un calo nell’intelligenza, aspetto che di solito viene completamente ignorato quando si considerano le potenzialità di una persona che arriva alla conclusione dell’attività lavorativa. Con l’età, il corpo manifesta qualche rallentamento, compaiono disturbi prima sconosciuti, si fanno sentire un po’ di acciacchi a carico delle articolazioni, del metabolismo, dei vari apparati e organi di senso ma l’intelligenza non diminuisce.
Come prevenire la depressione?
Il periodo del pensionamento va organizzato in anticipo in modo più realistico e specifico possibile. Non basta pensare che sarà un periodo di libertà e sarà tutto bello, è necessario pianificare ogni attività in modo concreto mesi prima e dare inizio a queste attività, scelte tra le più desiderate, già prima del fatidico passaggio. In questo modo sarà quasi naturale passare da un’attività ad un’altra e si sarà così presi dai nuovi interessi che non si avvertirà quel malessere tipico della perdita di ruolo. Non ci sarà spazio per la sensazione di inutilità e di vuoto né per la tristezza e l’apatia.
Si può scegliere dalla lettura alla musica, dallo stare a contatto con la natura all’apprendimento di una nuova lingua, dal volontariato alla pittura o l’arte in genere, dal teatro ai viaggi, allo sport….ma soprattutto, se possibile, condividere gli interessi con altre persone.
Come affrontare la pensione?
Insieme alla scelta di nuove attività e di hobby chiedersi soprattutto cosa può far stare bene interiormente, cosa si desidera nel profondo senza limitarsi a cercare azioni da compiere anche se molto importanti. E’ il tempo privilegiato per nutrire lo spirito e la propria identità, guardare dentro se stessi e attorno a sè per riscoprire i valori più alti dell’esistenza umana, ascoltare le proprie esigenze e quelle degli altri, gustare e assaporare ogni momento con intensità e percepire con tutti i propri sensi ogni dono, anche il più piccolo che la vita ci offre.