Un noto scienziato e inventore americano amava raccontare un episodio della sua infanzia che riteneva fondamentale per lo sviluppo della sua creatività. Quando aveva poco più di due anni, un giorno riuscì ad aprire il frigorifero e cercò di prendere una bottiglia di latte. Dopo qualche tentativo afferrò la bottiglia ma essendo un po’ scivolosa gli sfuggì dalle mani rovesciando per terra tutto il contenuto. La madre accorse subito, vide ciò che era successo ma non si mise ad urlare né a punirlo, e con un tono di voce sereno iniziò a parlare con lui: “Guarda Daniel che disastro hai combinato. Non avevo mai visto una pozzanghera di latte così grande in cucina! Con il latte non si gioca ma ormai il danno è fatto. Se vuoi puoi giocare un po’ prima di raccoglierlo tutto .”
La madre lasciò passare qualche minuto poi tornò tutta attrezzata per la pulizia del pavimento:” Bene Daniel, adesso dobbiamo asciugare e ripulire tutto, cosa preferisci usare? Uno straccio, una spugna, un panno?” Scelse la spugna e si misero a lavoro.
Quando ebbero asciugato tutto, la madre diede un’importante spiegazione al figlio:” Vedi , Daniel, quello che tu hai fatto è un esperimento non riuscito di come si può prendere una grande bottiglia con due manine piccole. Ora andiamo in cortile e vediamo come riesci a risolvere questo piccolo problema: prendere una bottiglia piena d’acqua senza farla cadere. Cerca di scoprire come si può fare.”
Il bambino provò e riprovò finchè capì che prendendo con le due mani la bottiglia vicino al tappo, riusciva a trasportarla senza farla cadere. La lezione era servita e aveva sperimentato molto di più del prendere una bottiglia in mano.
Lo scienziato raccontava che da quell’episodio aveva imparato che si possono commettere degli errori e che questi possono essere occasioni per apprendere qualcosa, che non si deve aver paura di sbagliare, dall’errore può nascere una soluzione e all’errore si può persino rimediare. Il provare e riprovare con le proprie forze è il miglior modo di imparare, di scoprire le proprie capacità e di acquistare fiducia nelle proprie abilità.
Spesso quando pensiamo come aiutare i bambini a sviluppare la creatività ci vengono in mente giochi speciali, qualcosa di molto ingegnoso, oppure metodi e tecniche particolari, mentre la creatività non ha bisogno di strumenti elaborati ma di pensiero che si traduce in azione.
Sarebbe sufficiente cogliere tutte quelle occasioni che ci offre la quotidianità e trasformarle in opportunità in cui il bambino si misura. Ciò richiede attenzione, pazienza, fatica, tempo….mentre spesso è più immediato e più semplice dire di “no” e interrompere l’azione del bambino magari spinti dall’ansia o da un’eccessiva apprensione.
L’iperprotezione o il desiderio che il bambino apprenda subito come deve comportarsi o come svolgere determinati compiti o la mancanza di gioco spontaneo, possono avere come risultato alcune forme di inibizione che si manifestano in paura di sbagliare e di apparire ridicoli, scarsa autonomia e autostima anche da adulti e soprattutto inibizione delle capacità creative.
Se rileggiamo con attenzione le frasi che la mamma rivolge al bambino nell’episodio precedente, troviamo diversi suggerimenti su come costruire un’opportunità:
non c’è un rimprovero ma gli fa osservare il “disastro”,
il “disastro” diventa gioco ma anche responsabilità e scelta sulla modalità di riparare,
i tentativi apparentemente fallimentari si trasformano in ricerca di nuove abilità e se condotti con pazienza raggiungono il successo.
A conclusione di questa breve riflessione, che sarà ripresa in altri articoli, vorrei invitarvi a un semplice esercizio:
• durante la giornata, osserviamo il comportamento dei nostri bambini e proviamo a individuare quante piccole occasioni possono offrirci lo spunto per sviluppare la creatività
• e quante volte, invece, diciamo: ”si fa così”, anticipando la soluzione ed impedendo loro di scoprirla.